martedì 14 gennaio 2014

Linfedema: complicazione sottovalutata

Condivido queste informazioni che ritengo veramente molto importanti per ogni donna operata al seno, a maggior ragione se si tratta di una lavoratrice autonoma che è meno garantita nel "parare" i colpi di complicazioni postchirugiche. L'obiettivo non è fare terrorismo psicologico, però certe cose vanno sapute perchè se le sò, sono libera di calcolare il rischio che corro e decidere se ne vale o meno la pena. Diciamo così. Se siete tipe che preferiscono pensare al problema quando ormai c'è già e siete in grado (psicologicamente e materialmente) di accollarvi le relative conseguenze senza grossi problemi, non leggete questo post e passate ad altri. Se invece, come me, avete la necessità piuttosto pressante di rimanere decentemente performanti (fate un lavoro per il quale, se non funzionate bene, non mangiate) oppure siete sole e ogni problema aggiuntivo che insorge "affatica il vostro sistema" che già si regge su un delicato equilibrio, leggete eccome. Perchè dovete assolutamente prevenire questa cosa!

La premessa è che il linfedema di cui stiamo parlando qui è di tipo "secondario" e cioè causato da fattori esterni quali l’intervento chirurgico alla mammella. Intanto cominciamo con il dire che il linfedema è una malattia cronica. Questa per esempio è una cosa che nessuno dice. Non è che ti dicano il contrario, ma in realtà tu ingenuamente capisci (e io non mi ritengo una stupida) che si tratta di qualcosa che può succederti dopo l'operazione al seno ed il prelievo di alcuni o tutti i linfonodi ascellari, ma che poi curata, rientra ed il braccio più o meno torna come prima. Non è così. Se ti capita la prima volta questa lascia strascichi per cui il drenaggio linfatico rimane compromesso per sempre, nel senso che non esiste una cura definitiva. Ditemi voi se questa non è una cosa da sapere....
Come le più conosciute patologie che causano invalidità, anche il linfedema  promuove la riduzione delle capacità lavorative del soggetto affetto, nonché implica una serie di cure costose da eseguirsi cronicamente per tutta la vita. A ciò si aggiunge che nei casi più seri la malattia può portare a gravi difficoltà nella vita di relazione, fino ad arrivare ad un vero e proprio isolamento sociale. Provate voi ad andare da un cliente con un braccio e una mano gonfi come due rospi, col vostro bel tailleurino professional......
E’ difficile stabilire con esattezza quante persone sono affette da linfedema, non solo perché si preferisce focalizzare l’attenzione sul tumore in sè, ma soprattutto perché la patologia è ancora presa con negligenza e trascuratezza.
Uno studio della Società Italiana di Linfangiologia, effettuato tra il 1997 e il 1998 ha evidenziato l’insorgenza in Italia di circa 40.000 nuovi casi all’anno (soprattutto secondari). E’ purtroppo in aumento il linfedema secondario per asportazione di linfonodi per malattia tumorale: attualmente grazie alla terapia chirurgica ed alla radioterapia si riesce a vincere il tumore, ma non limitare le conseguenze. Conseguenza del tumore al seno, pertanto, con un’incidenza del 20-25%, è il linfedema, immediatamente o anche a distanza di molti anni, che aumenta fino al 30-35% se all’asportazione dei linfonodi si associa la radioterapia.
Nei casi di tumore al seno, le  tecniche  chirurgiche meno invasive di oggi,  ad esempio quella del linfonodo sentinella, hanno limitato, ma non annullato la comparsa del linfedema. Con l’asportazione dei linfonodi ascellari si priva il braccio del suo sistema di drenaggio provocando un ristagno di liquidi e quindi un edema che può interessare addirittura tutto l’arto e, successivamente, per coinvolgimento articolare, si può andare incontro a limitazione dei movimenti  e, nei casi più gravi,  rendere l’arto deforme.
Muoversi può diventare un handicap, sia per azioni macroscopiche: come lavarsi, pettinarsi, indossare una camicia, lavare i piatti, ma anche e soprattutto per azioni più fini, come allacciarsi una collana, scrivere…
La qualità della vita dei malati di linfedema dipende da una diagnosi precoce, dall’informazione ed adeguate terapie. Il fattore peggiorativo della situazione italiana è costituito proprio dalla latenza fra comparsa della malattia, la sua diagnosi e terapia: il 65% dei pazienti inizia la terapia fra i 5 ed i 10 anni dall’insorgenza.
Si pensi, poi,  alla sindrome depressiva dei pazienti colpiti da linfedema, non solo per il fatto di sentirsi abbandonati dal Servizio Sanitario Nazionale (vedi la mozione inviata all'OMS), che riconosce soltanto una piccolissima parte delle costosissime cure da effettuarsi per tutta la vita, ma soprattutto dal disagio psicologico che deriva da questa “invalidità” e che investe la sfera sociale e la qualità della propria vita: immaginiamo questi malati costretti a coprirsi in ogni stagione per non mostrare il propri arti deformi.
A supporto dei malati di linfedema è nata una Onlus “SosLinfedema”,  con lo scopo di diffondere la conoscenza di questa patologia, oltre a porre in essere tutte le iniziative atte a sensibilizzare il Ministero della Salute per il riconoscimento della patologia come cronica, invalidante ed ingravescente, per lemanazione delle linee guida per il linfedema, che consentiranno a questi malati il diritto alla salute.

Ecco quindi le regole di comportamento per prevenire il linfedema nella donne operate al seno. Forza e coraggio, non vi deprimete troppo, con un minimo di organizzazione della vita di tutti i giorni ce la possiamo fare a non beccarcelo mai. C'è poi anche il fattore C. Mia mamma con 3 tumori nello stesso seno e dissezione ascellare completa, facendo una vita normalissima, il linfedema non sa manco che roba è, ormai da 16 anni. Poi, se arriva, nonostante la nostra consapevolezza e le nostre attenzioni, ciccia, vorrà dire che continueremo a curarlo.

Fonte: dott.ssa Gabriele Burkert (medico chirurgo che esercita sia in germania che in Italia)

Attenzione alle ferite
Ferite grosse, piccole o ripetute microlesioni portano alla distruzione dei vasi linfatici o a versamenti ematici che aumentano la quantità della linfa.
  • Durante il lavoro in cucina con oggetti appuntiti e taglienti come i coltelli è meglio indossare dei guanti lavando le stoviglie indossare i guanti di gomma
  • Infilare il ditale quando si cuce
  • Indossare i guanti per le attività di giardinaggio facendo attenzione ad aculei e spine
  • Far attenzione agli animali domestici per il pericolo di graffi e morsi
  • Durante l'estate fare attenzione a prevenire le punture di insetti indossando abiti con maniche lunghe. Evitare le zone infestate da zanzare
  • Nella cura delle proprie unghie evitare di ferirsi
  • Evitare prelievi di sangue e flebo, iniezioni o trattamenti di agopuntura sul braccio a rischio e nel corrispondente quadrante corporeo
  • Evitare misurazioni della pressione nel braccio a rischio
  • Non praticare sport che richiedono uno sforzo particolare degli arti superiori come pallamano, pallavolo, discese rischiose con gli sci. Non fare movimenti che sovradistendono, strappano o distorcono
  • In caso di fratture dell'arto a rischio o nei versamenti ematici intensificare il trattamento di linfodrenaggio
Attenzione ai sovraccarichi
Producono un aumento di linfa
  • In campo professionale evitare lavori con gli arti superiori che siano medio-pesanti o pesanti e lavori più leggeri ma monotoni che si protraggono per ore (catena di montaggio, scrivere a computer per molto tempo)
  • Pulire finestre, stirare, lavorare ai ferri per ore può essere dannoso
  • Portare le borse della spesa con l'arto sano usando eventualmente borse con le ruote
  • Nello sport evitare l'affaticamento dell'arto superiore. Uno sport non troppo faticoso può essere considerato un intervalltraining se lo si sospende appena sopraggiunge l'affaticamento muscolare, per esempio il tennis, golf, sci di fondo con una certa misura. 
  • Utili il nuoto e la ginnastica
  • Gli sport devono essere eseguiti indossando la calza compressiva che stimola il deflusso linfatico
  • Lasciare l'arto pendente a lungo è dannoso perchè aggrava il deflusso linfatico. La linfa scorre più lentamente in salita che in discesa per cui di notte e ogni tanto durante il giorno (per esempio guardando la TV o durante i lunghi viaggi in auto) posizionare l'arto sopra il livello del cuore
Attenzione al massaggio classico
La maggiore irrorazione sanguigna provocata dal massaggio induce una maggiore produzione di linfa. Inoltre vi è il rischio di lesione dei vasi venosi con versamento ematico.

Attenzione al surriscaldamento
Il calore porta ad un'elevata produzione di liquido linfatico
  • Le vacanze in luoghi molto caldi e la prolungata esposizione ai raggi solari sono sconsigliate per il pericolo di ustioni. L'esposizione al sole è consentita solo per breve tempo e se non è troppo caldo.
  • Attenzione alle scottature, anche quelle da sigaretta e da lavori domestici (ferro da stiro, cucina)
  • Non immergere le mai in acqua troppo calda
  • L'acqua del bagno ed i bagni termali non devono superare i 33-34°C, consigliata tra i 25-28°C
  • La sauna può essere dannosa, provare con cautela
  • Niente impacchi caldi o aria calda sull'arto operata o la sua spalla
Attenzione ai congelamenti
Forti raffreddamenti e congelamenti danneggiano le pareti dei vasi venosi. nella successiva fase di riscaldamento ciò porta ad una iperproduzione di linfa.
  • In caso di freddo si consiglia abbigliamento pesante e guanti
Attenzione alle infiammazioni
Le infezioni , soprattutto batteriche, portano ad un'intensa produzione di linfa.
  • Portare sempre con sè un disinfettante ed un antibiotico
  • Usare pomate leggermente acide in caso di cute secca
  • Trattamento intensivo delle micosi della mano e del braccio con adeguate pomate 
  • Occhio all'erisipela, infiammazione da batteri streptococchi, che è la complicazione più frequente del linfedema. Se compare (gonfiori, rossori, dolori, febbre) occorre fare un trattamento con penicillina
Attenzione agli eczemi
La dermatite pruriginosa porta all'aumento di produzione linfatica
Evitare cosmetici, prodotti per la pelle e farmaci che sviluppano allergia

Attenzione all'abbigliamento
Il tipo di abbigliamento può comprimere e schiacciare i vasi linfatici rimasti, soprattutto quelli superficiali della pelle, ostacolando il deflusso linfatico
  •  Occhio alle maniche che stringono
  • Le protesi al silicone esterne molto pesanti provocano tensione nelle spalline che schiacciano i vasi linfatici nella spalla. Meglio usare protesi leggere in gommapiuma o miste gommapiuma-silicone
  • Usare reggiseni con spalline larghe o mettere dei cuscinetti sotto le spalline
  • Portare la borsa a tracolla nel braccio sano
  • Portare orologi, anelli, bracciali larghi
Attenzione agli interventi all'arto operato ed al corrispondente quadrante corporeo
Sono consentiti solo gli interventi di primaria importanza perchè portano alla distruzione dei vasi linfatici ed al conseguente peggioramento del deflusso linfatico
In concomitanza con l'intervento intensificare il trattamento di linfodrenaggio.

Attenzione al sovrappeso
Le masse adipose contengono i vasi linfatici per cui rallentano parzialmente il deflusso linfatico.
Grasso e linfa non si sopportano. Non c'è una dieta linfatica specifica. Meglio comunque una dieta iposodica ricca di verdura e mista.

7 commenti:

  1. Direi completo ed esauriente, complimenti Afrodite K ...

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  2. La necessità aguzza l'ingegno. Spesso mi trovo a documentarmi ed interessarmi ad argomenti che mi toccano dal vivo e poi dopo penso che quello che ho scoperto magari può essere utile anche ad altre donne. Perchè non condividerlo quindi......?

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  3. grazie Daniela!
    queste informazioni sono importantissime.
    In effetti il massaggio classico in questi casi può essere dannoso. L' unico trattamento che aiuta è il Linfodrenaggio Manuale Vodder. Sono un'operatrice Vodder e a volte combatto con i consigli medici un po' approssimativi.

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  4. Molto dettagliato ! Volevo chiedere , in merito alle punture di zanzara, cosa fare ? Disinfettare, applicare un micro impacco di alcohol ( x non surriscaldare troppo) e applicare un po di crema antiinfiammatoria ( tipo Polaramin) va bene ? Grazie

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    1. Io disinfetto con bialcol che è ottimo anche per tamponare il prurito e poi mi ci faccio reiki sopra, ma la reazione alla puntura delle zanzare è soggettiva e poi dipende da quanti linfonodi ti mancano. Io chiederei alla fisioterapista di oncologia....

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  5. Saluti a tutti. ? Per quanto tempo si deve usare queste precauzioni grazie

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