giovedì 20 marzo 2014

Europa Donna Italia sostiene le lavoratrici autonome ammalate di cancro al seno

Un altro piccolo grande risultato di Afrodite K.......
Europa Donna Italia ha deciso di appoggiare la Petizione “Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano”. Europa Donna Italia, il movimento che rappresenta i diritti delle donne nella prevenzione e nella cura del tumore al seno presso le Istituzioni pubbliche nazionali e territoriali, assicura il suo sostegno all’iniziativa di Daniela Fregosi, freelance colpita dal tumore, di sottoporre all’attenzione del Governo italiano, mediante una petizione, la situazione delle tante lavoratrici autonome che come lei chiedono la possibilità di una malattia dignitosa e di vedere riconosciute le tutele di cui dovrebbero godere.

Europa Donna Italia si unisce quindi a Daniela e alle migliaia di cittadini che hanno già sottoscritto la sua petizione, nel chiedere che anche per le lavoratrici autonome colpite da malattia vengano rispettati i diritti previsti dalla Costituzione italiana: “diritto ad una indennità di malattia che copra l'intero periodo di inattività, il diritto ad un’indennità di malattia a chi abbia versato all’INPS almeno 3 annualità nel corso della sua intera vita lavorativa, un indennizzo relativo alla malattia uguale a quello stabilito per la degenza ospedaliera quando ci si deve sottoporre a terapie invasive (chemio, radio etc), il riconoscimento della copertura pensionistica figurativa per tutto il periodo della malattia e la possibilità di sospendere tutti i pagamenti (INPS, IRPEF), che saranno poi dilazionati e versati a partire dalla piena ripresa lavorativa, così come l'esclusione dagli studi di settore.”
Ogni anno in Italia oltre 46.000 donne ricevono una diagnosi di tumore al seno. Europa Donna Italia si batte affinché a tutte loro, indipendentemente da reddito o posizione lavorativa, siano garantite cure appropriate ed efficaci e il supporto medico, sociale ed economico necessario per vivere con dignità il periodo difficile e doloroso delle cure e quello altrettanto faticoso del reinserimento nella vita normale, lavorativa e familiare.
Firma anche tu la petizione

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