venerdì 16 maggio 2014

Lavoratrici autonome e tumore: la storia di Rosa M.

Esercitavo la libera professione (consulenza aziendale) con partita Iva e ho sempre versato tutte le tasse come da reddito e la SSN fin dal 1986, trasformata dal 1996 in gestione separata. Adesso ho 61 anni, per colpa di un disgraziato medico incompetente al pronto soccorso, sono stata rimandata a casa mentre avrei dovuto effettuare degli accertamenti più approfonditi alle ovaie. Facendo tutti gli accertamenti come esterna sono passati 7 mesi e il mio piccolo problema è diventato un carcinoma ovarico di 9,6 per fortuna operato. 

Purtroppo ho dovuto sottopormi alla chemio (poi interrotta) perché stavo morendo. Riconosciuta invalida al 100%, passata oggi all'80%, diritto a percepire (ancora per poco a 286,00 euro) fisicamente ero un morto che camminava. Per l'Inps non ho diritto a nulla poiché i versamenti effettuati non sono sufficienti a nulla. Troppo giovane per la pensione e ormai incapace di lavorare perché la chemio mi ha lasciato gravi conseguenze fisiche, compresa la cecità, oggi superata perché mi sono operata. Vivo da sola e non posso contare su nessuno se non su qualche amico. La partita iva l'ho dovuta chiudere il 31.12.2012. Non sono più in grado di lavorare e sto decidendo di vendere casa che in tanti anni di grandi sacrifici avevo acquistato. Sto aspettando da 21 anni giustizia ancora non riesco a percepire quella piccola cifra che i giudici hanno deciso mi debba (ho vinto tutte le cause) perché un delinquente di datore di lavoro non mi ha versato 11 anni di contributi (ormai prescritti)

Rosa M. di Terracina (LT)

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