sabato 31 maggio 2014

Mastectomia, tette bioniche e necessità quotidiane: oltre il reggiseno

Quando ti ritrovi da una parte una tetta sinistra mignon (diciamo una 1a diventata scarsa anche per la strategia terapeutica di contenimento del peso) che si adagia leggiadra e centrale abbandonandosi alla gravità e dall'altra una palla scultorea (diciamo una 2a) falsamente morbida fuori ma di consistenza titanica all'interno, beh, la vita di tutti i giorni và un pò adattata e soprattutto...... i reggiseni.

Avevo già sollevato in un post precedente intitolato "Operazione reggiseno" la questione di quanto i precedenti reggiseni diventino improbabili dopo una mastectomia e di come occorranno strategie di sopravvivenza creative e flessibili per adattarsi a nuove condizioni di vita che non sono solo estetiche.
La recente lettura di un divertente (ma mica poi tanto) post dell'Amazzone Furiosa "Mastectomia: e anche comprare un reggiseno diventa un'impresa", è coincisa con l'acquisto recente di un nuovo reggiseno  fantastico e strepitoso rispetto al rapporto funzionalità/prezzo, per cui ripropongo questo argomento che, incidendo nella vita di tutti i giorni, non è cosa di poco conto.

Ecco quindi le mie strategie di sopravvivenza per gestire le nuove tette:
  • ogni volta che mi và e posso: tette al vento. Vuol dire che le lascio così, dove vogliono andare, libere e diverse, senza coperture, costrizioni e mascheramenti vari. Tutto sommato me lo posso permettere perchè ho un seno piccolo e quindi non dò troppo nell'occhio e non rischio di essere percepita come una tipa affetta da eccesso di esibisionismo tettifero. Insomma, non credo di sconvolgere nessuno, e se poi qualcuno si turba sarà un problema suo e farà la dobbia fatica di girarsi pure dall'altra parte. Non è sempre possibile. Nelle situazioni lavorative, visto che sono una professionista ed una consulente aziendale, devo mediare i miei istinti naturisti con la necessità di non distrarre i miei interlocutori (che cambiano spesso e che non mi conoscono). Questo rischierebbe di far passare loro ore e ore a chiedersi che cavolo di tette strane ho (con tutte le possibilli spiegazioni ed illazioni del caso sul perchè dello strambo fenomeno) invece che ascoltare ciò che dico e concentrarsi sulla nostra relazione professionale.
  • ho provato con i reggiseni dallo stile sportivo, quelli tutti interi fatti a top e incrociati dietro la schiena. E' molto scomodo indossarli soprattutto all'inizio quando ti ritrovi molto compromessi i movimenti delle braccia e ti tira dappertutto. Ecco quello che ho io: bodyeffect. Come soluzione questa per i miei gusti non và tanto, infatti lo indosso pochissimo, mi stringe troppo, mi sento fasciare tutta e d'estate fà troppo caldo e impedisce di indossare cose più scollate.
  • ho adottato la tecnica del recupero riciclando un vecchio reggiseno al quale ho tolto i supporti duri ed i ferretti. E' stato piuttosto facile, più del previsto, è bastato fare dei microscopici taglietti da cui ho estratto attrezzi improbabili che si nascondevano all'interno. Tra l'altro queste operazioni di dissezione anatomica sono state pure divertenti.
  • occhio ai reggiseni a fascia. Io ne avevo uno che tutto sommato poteva andare ma, data l'asimmetria, rischia di scivolare piano piano senza che te ne accorgi (tenendo conto che la sensibilità nel lato del corpo operato è molto ridotta) creando situazioni imbarazzanti.
  • ho acquistato da poco un reggiseno fantastico: Infiore 852. Quasi tutto cotone, solo 10% di elastina, niente ferretti o parti dure/rigide, leggera imbottitura nelle coppe con un minimo di effetto coprente e soprattutto costo minimo (6,90€ alla faccia delle supersoluzioni proposte dai negozi sanitari specifici)
Sinceramente non sono convinta che la produzione di reggiseni ad hoc possa essere la soluzione ideale in quanto gli effetti di un'operazione al seno sono talmente differenti nel corpo femminile e le singole sensazioni corporee, bisogni ed esigenze delle donne sono così differenti che, per un'azienda è davvero complicato riuscire ad azzeccare, in una serie di modelli standard, tutto il target a cui si rivolge.
Credo, invece, nella capacità che le donne hanno di ascoltarsi e sentirsi, individuando, meglio di chiunque altro, ciò che fà al caso loro. Senza parlare poi del potere incredibile del passaparola con il quale ognuna può condividere in modo esponenziale con le altre best practice e soluzioni creative che è riuscita a trovare per sè.

2 commenti:

  1. Io quando avevo le tette asimmetriche (una su e una giù, una piena e una vuota) per camuffare usavo molto i reggiseni con le coppe preformate e per i costumi da bagno coppe leggermente imbottite e che si allacciano dietro al collo. Ora per pareggiare ho fatto una sorta di mastoplastica addittiva sulla mammella controlaterale (con una protesi minuscola) e sono in attesa di capire cosa ne verrà fuori e anche che tipo di reggiseno indossare. Sembrano aspetti frivoli, ma sono anche questi importanti per sentirci a nostro agio nel mondo.

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  2. Io nn posso più indossarlo.
    E dopo cinque anni,non voglio.
    Dopo la radioterapia,la zona è dolente e ha una sensibilità diversa.
    Dopo aver indossato un qualsiasi reggiseno,( ne ho una collezione!) inizia un dolore bruciore,che parte dalla zona laterale e si irradia su tutta la spalla.
    Quindi me ne frego e vado così.
    Uso magliette intime elasticizzate,giusto per sentire che le tette non fanno Giacomo Giacomo ,e d estate la piego in due per dare anche più sostegno e meno trasparenza.
    Il reggiseno è uno strumento di tortura!

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