venerdì 5 dicembre 2014

Lavoratrici autonome e tumore: la storia di Rosella R.

Mi chiamo Rosella, ho 52 anni e sono titolare di una piccola Lavanderia a Cecina, in Provincia di Livorno, che gestisco da sola. Nel Maggio 2012, dopo un controllo di routine, mi hanno scoperto un tumore maligno infiltrante al seno dx. E' una cosa che ti annienta ma che comunque ho affrontato di petto, mi sono rivolta al reparto di Senologia di Pisa ed ho iniziato la preospedalizzazione. Ho passato i mesi di Giugno e Luglio avanti e indietro da Cecina a Pisa. Ovviamente, lavorando da sola, quando io non ero presente il negozio rimaneva chiuso. 


Sono arrivata in mezzo a mille salti mortali al 9 Agosto 2012, giorno dell'operazione. Sono rimasta a casa fino alla fine del mese, poi, ancora con le fasciature, sono rientrata a lavoro.
E' stata , tutto sommato, un'operazione “facile” perchè il tumore era infiltrato ma localizzato quindi hanno operato solo il seno e non sotto l'ascella. Ho comunque fatto il mio ciclo di chemio (chemio la mattina e pomeriggio a lavoro!), le mie 45 radioterapie (rigorosamente in pausa pranzo per non perdere nemmeno un attimo di lavoro!!!!), i miei controlli ritagliando le pause pranzo per evitare di tenere il negozio chiuso più del dovuto.
Ovviamente le spese fisse hanno, comunque, continuato a correre: affitto-luce-acqua del negozio, INPS, commercialista, etc etc. 
Tramite un Caaf di zona ho fatto domanda per vedere se mi veniva riconosciuto un qualsiasi aiuto da parte dell'INPS. La loro risposta è stata “siccome non è una malattia che dipende dall'ambito lavorativo e non le impedisce di svolgere le sue mansioni noi non possiamo farci niente se vuole una copertura per queste cose deve farsi un'assicurazione personale“.
Meraviglioso.....e io come faccio a rimettermi in pari con tutte le spese se nessuno mi aiuta ????
Stranamente gli unici che mi hanno dato una mano sono quelli della mia banca, bloccando per un anno il finanziamento e chiudendo spesso gli occhi quando uscivo dal fido.
Ad oggi, Dicembe 2014 , sto lentamente risalendo la china ma sono piena di rate da pagare per quello che è rimasto indietro tra INPS e Ufficio delle Entrate, non posso nemmeno permettermi di non pagare perchè ho una piccola proprietà lasciatami da mia nonna su cui di sicuro si avventerebbero.
La mia domanda è questa: perchè se fossi stata una dipendente avrei avuto il diritto di rimanere a casa fino alla fine delle mie cure e, invece, essendo una partita IVA ho dovuto rientrare con ancora i punti? Eppure ho sempre pagato i miei contributi, quindi l'INPS ha incassato parecchi soldini provenienti dal mio lavoro e in virtù di questo ritengo di non essere un contribuente di serie B e quindi neanche un malata di serie B .
Mi viene quindi da pensare che i diritti sono tutti per i dipendenti (che possono stare a casa in malattia per un raffreddore!) e che noi P.IVA, prima veniamo munte come mucche, e dopo possiamo morire che a loro non gliene frega niente!

Rosella R. (Cecina-LI)
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