venerdì 19 dicembre 2014

Quando i professionisti avvocati si ammalano: una buona pratica da estendere?

Afrodite K ha intercettato per voi questa interessantissima e recente notizia che non riguarda i professionisti della "sfigatissima" Gestione Separata Inps bensì gli avvocati che afferiscono alla Cassa Forense. Beh, il cambiamento che è avvenuto in questa cassa e che riguarda anche la malattia, si commenta da sè. Un grande atto di civiltà che potrebbe essere un'eccellente best practice da esportare altrove......

Quando ho letto questa delibera della Cassa Forense, son rimasta qualche secondo lì impalata, alquanto perplessa e di molto umiliata mentre pensavo che a noi della Gestione Separata ci basterebbe anche che, da malati gravi, non ci perseguitassero con le indagini di settore e ci "congelassero" per un pò i contributi Inps come chiediamo nella Petizione "Diritti ed assistenza per i lavoratori autonomi che si ammalano". Siamo talmente ormai abituati ad essere massacrati dallo Stato che non riusciamo manco a pensare di poter puntare un tantinello più in alto. Che tristezza......
E intanto, il Consiglio di Amministrazione della Cassa Forense, nella seduta dell’11 settembre 2014, ha deliberato una serie di interventi urgenti a seguito dell’approvazione del regolamento di attuazione della legge forense. Tra questi quello riferito alle Domande di Esonero ex art. 10 del Regolamento. È consentita, per una sola volta nell’arco dell’intero periodo di iscrizione alla cassa (con l’unica eccezione dell’ipotesi della maternità o dell’adozione, per le quali si può arrivare fino a 3 anni in caso di più eventi successivi) l’esonero (sottolineo esonero e non congelamento) dal pagamento dei contributi minimi per i seguenti eventi inerenti le situazioni soggettive di cui al comma 7 dell’art. 21 della legge 247/2012:
a) alle donne avvocato in maternità e nei primi due anni di vita del bambino o, in caso di adozione, nei successivi due anni dal momento dell’adozione stessa. L’esenzione si applica, altresì, agli avvocati vedovi o separati affidatari della prole in modo esclusivo;
b) agli avvocati che dimostrino di essere affetti o di essere stati affetti da malattia che ne ha ridotto grandemente la possibilità di lavoro;
c) agli avvocati che svolgano comprovata attività di assistenza continuativa di prossimi congiunti o del coniuge affetti da malattia qualora sia stato accertato che da essa deriva totale mancanza di autosufficienza.
Resta ovviamente fermo quanto dovuto in autoliquidazione sulla base degli effettivi redditi prodotti e delle fatture emesse.
Le domande potranno essere presentate dagli iscritti alla Cassa entro il 30 settembre di ciascun anno, con riferimento ai contributi minimi del medesimo anno, esclusivamente mediante la procedura web appositamente realizzata e disponibile sul sito della Cassa nella sezione: Accesso Riservato – Servizi On-Line – Istanze On-Line.
L’esonero è subordinato all’approvazione da parte della Giunta Esecutiva.
Chissà forse pare troppo bello e magari la fregatura sta proprio in questa necessità di approvazione e in quel "malattia che riduce gravemente la possibilità di lavoro" (se i criteri sono gli stessi delle commissioni mediche Inps, stanno freschi gli avvocati). In ogni caso almeno hanno la possibilità di appellarsi a qualcosa mentre altre categorie non hanno nemmeno le leggi di base da cui partire.


Ringraziamo Elisabetta Iannelli (segretaria generale della Favo e vice presidentessa di AIMAC Associazione Italiana Malati di Cancro, parenti e amici Onlus), che tra l'altro è un'avvocatessa, per queste interessanti informazioni.

Ad Afrodite K pare proprio che la Cassa Forense, rispetto al trattamento generale riservato ai lavoratori autonomi, sia avanti anni luce. 
E' anche vero che non è ora tutto quello che luccica e MGA - Mobilitazione Generale degli Avvocati sostiene che la delibera della Cassa, pur apparentemente positiva, presenta delle forti criticità. In primo luogo, subordinare il rilascio dell'indennizzo al fatto che la malattia duri almeno 3 mesi sembra loro ingiusto. Se la ragione dell'indennizzo è venire incontro alle difficoltà del professionista in malattia, non si capisce perché la malattia per essere considerata grave debba durare almeno 3 mesi. Ci sono casi purtroppo, in cui dalla scoperta della malattia al decesso passano meno di 3 mesi. Anche sul piano applicativo hanno riscontrato delle incoerenze. Ci sono casi in cui, pur in presenza di malattie gravi, come un tumore, l'indennità non veniva riconosciuta perché la patologia veniva considerata irrilevante ai fini della capacità lavorativa.
Andiamo bene....... 

1 commento:

  1. Tutto inutile: un avvocato impossibibilitato a lavorare perchè ha avuto un distacco di retina con conseguente operazione ed impossibilitàto a leggere per un mese intero non ha diritto a nulla, nemmeno alla diaria

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