mercoledì 4 febbraio 2015

Giornata mondiale contro il cancro: qualità della vita significa anche lavoro!

Il 4 febbraio si celebra la Giornata mondiale contro il cancro, organizzata dalla Union for international cancer control (Uicc) con l'obiettivo di informare ed educare alla prevenzione. Il motto della campagna è "Cancro: alla nostra portata", per evidenziare l'approccio positivo e proattivo alla lotta contro il cancro, alla ricerca di soluzioni per tutti. Ma dell'impatto che il cancro ha sul lavoro, se ne parla?

La campagna punta su quattro pilastri: la scelta di uno stile di vita sano, la diffusione della diagnosi precoce, l'accesso alle terapie per tutti e il miglioramento della qualità della vita dei malati.

Uno dei quattro elementi chiave è "la qualità della vita".
Beh, se nella qualità della vita non è compreso anche il lavoro ed il bilanciamento vita-salute-lavoro, non saprei proprio dove andarlo ad infilare.... Qualità di vita vuol dire anche poter continuare a mangiare e curarsi con un minimo di serenità senza dover pagare la "colpa" di un cancro che limita la propria attività lavorativa e senza dover scappare rincorsi da Equitalia e le sue cartelle esattoriali per i debiti accumulati.

Scuriosando tra i documenti, Afrodite K ha trovato alcune riflessioni utili per i lavoratori autonomi che si ammalano di cancro:

"La copertura sanitaria universale non sarà sufficiente da sola ad affrontare l’onere economico della patologia oncologica dovrà affrontare anche i fattori sociali, economici, politici, ambientali e culturali di fondo che influenzano la capacità di un individuo di migliorare la propria salute e il benessere in tutte le età". Ecco perchè è così importante che migliorino le tutele, anche economiche, delle partite iva che si ammalano. Il fatto che esista un SSN e l'esenzione ticket non è sufficiente a parare i colpi del calo di fatturato, dei costi fissi che proseguono e delle spese extra che un tumore comporta.

"Alcuni effetti secondari dei trattamenti antitumorali, come l’infertilità, disfunzione sessuale, perdita di capelli e aumento di peso, possono discriminare il paziente sul lavoro o nel contesto familiare e, in alcuni casi, possono essere la causa di allontanamento del partner". Pensate a cosa succede se il lavoro di cui si parla è pure autonomo ed indipendente.

Ed infine viene dichiarato esplicitamente che occorre:

Creare di un ambiente di lavoro favorevole:
• Assicurare un reinserimento nel posto di lavoro, tanto per i malati di cancro, quanto per i loro familiari

• Contrastare la discriminazione sul posto di lavoro attraverso l'utilizzo di politiche, leggi e normative che tutelano i malati di cancro ed i loro familiari

Perchè questo dovrebbe valere forse solo per alcune tipologie di lavoratori e non per altri, come le partite iva ed i lavoratori autonomi?

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