mercoledì 14 gennaio 2015

Partite Iva e malattia: un bignami per lavoratori autonomi, politici, istituzioni e giornalisti

Afrodite K si occupa da anni della situazione dei lavoratori autonomi colpiti da malattia. Ha raccolto una quantità enorme di informazioni sperimentando sulla propria pelle leggi, procedure e discriminazioni, porgendo l'orecchio attento ai racconti ed alle esperienze di altri lavoratori ed infine ricercando attivamente approfondimenti e notizie sull'argomento. Le informazioni sono davvero molte ed estremamente frastagliate (siamo in Italia!!) e non è facile districarsi in questo ginepraio. Ecco quindi un bel bignami per orientarsi ad uso un po' di tutti.

Questo super-riassunto può servire davvero a tutti.
In primis ai lavoratori autonomi. Ma quelli bene o male, prima o poi, cosa vuol dire ammalarsi per una partita iva lo scoprono in prima persona oppure per quello che vedono succedere ad altri.
Il promemoria serve soprattutto a politici e le istituzioni, quelli che da decisori dovrebbero far qualcosa ma che, non si capisce se più per malafede, superficialità o ignoranza, non c'hanno capito ancora nulla e continuano a nicchiare.
E poi, sì, anche un bignami per i giornalisti perchè ogni volta che intervistano Afrodite K, poverini, ci si sentono male 2 volte. La prima perchè pensano a cosa succederebbe se capitasse loro di ammalarsi (moltissimi infatti sono freelance oppure false partite iva). La seconda perchè, una volta usciti dal sentiero più battuto che caratterizza la malattia per i dipendenti pubblici e privati (e in Italia siamo riusciti a complicare pure quella), sudano non poco per capire cosa succede se ad ammalarsi è una partita iva. Alla fine, stremati, confessano quasi sempre un "non ci posso credere!!".

Quindi, riassumendo al massimo, se una partita iva si ammala gravemente e per esempio si becca un bel cancro (in futuro 1 persona su 2 lo incontrerà nella propria vita), ecco cosa succede:
  1. Premessa importante: sulla carta non sussistono discriminazioni in termini di accesso all'assistenza sanitaria pubblica. Il problema della malattia per i lavoratori autonomi non è tanto questione da Ministero della Salute ma piuttosto da Ministero del Lavoro perchè è la tutela della persona in quanto lavoratore che manca non quella in quanto paziente (e ci mancherebbe, aggiungo io).
  2. Non esiste indennità di malattia (per esempio per artigiani e commercianti) oppure nei casi in cui esiste (per esempio per le  professioni ordinistiche ed i lavoratori afferenti alla Gestione Separata Inps) è altamente insufficiente (pochi giorni in un anno e pagati poco) per patologie gravi o prolungate e addirittura non accessibile per tutti visto che occorre avere almeno 3 mesi di contribuzione versati negli ultimi 12 mesi (anche se magari si è versato contributi nei decenni precedenti!).
  3. Il fatturato sparisce o si riduce molto per un bel pò di tempo e questo da subito (sin dalle prime giornate di lavoro perse per star dietro al corri corri di esami che porteranno alla diagnosi). Questo è davvero importante capirlo perchè se un malaccio è un bel problema economico per tutti, per una partita iva i problemi materiali arrivano subito, non c'è cuscinetto iniziale come per un dipendente.
  4. Al problema del fatturato si aggiunge quello dei costi extra che ovviamente per una partita iva pesano di più a fronte del punto 3.
  5. Al problema dei costi extra si aggiunge quello dei costi fissi che non si fermano (anche se il lavoro sì). Commercialista, attrezzature, ufficio, tasse fisse ed indipendenti dal fatturato, acconti. Sembra paradossale ma un dipendente, anche licenziato ingiustamente per malattia, questi problemi non li ha.
  6. Al problema dei costi fissi si aggiungono anche le multe che una partita iva ammalata potrebbe trovarsi a pagare per essere stata al di sotto dei parametri stabiliti dagli studi di settore (se non riesce a dimostrare adeguatamente la propria incapacità lavorativa) oppure dai debiti che si sono accumulati nel tempo e trasformati in cartelle esattoriali di Equitalia (con l'aggiunta di more ed aggio).
  7. Va beh, ma dai, un'assicurazione privata può essere una soluzione, no? NO. I contributi Inps e le tasse continuano a crescere vertiginosamente da un lato, la crisi economica incombe dall'altro ed avere una previdenza integrativa come Dio comanda è praticamente impossibile ad una partita iva attuale. Non se la può permettere.
  8. Mancando un concreto aiuto economico attraverso l'indennità di malattia si può sempre sperare in quello associato ad un'invalidità civile superiore al 74%. Peccato che ormai l'Inps in deficit com'è deve vederti con un piede nella fossa per concedertela ed in ogni caso l'assegno (cifre pazze tipo 270euro) lo molla solo se hai un reddito non superiore a circa 4700euro all'anno oppure circa 11.000euro con un'invalidità al 100%. Ovviamente per un lavoratore autonomo fa testo la dichiarazione dei redditi dell'anno precedente, quando era sano. Geniale!
  9. I più fortunati tra gli autonomi si buttano allora sull'assegno ordinario di invalidità (indipendente dal reddito ma legato ad una capacità lavorativa inferiore ad 1/3). Peccato che quasi nessuno conosce questa opzione e se mai viene fuori, ormai è tardi, i sintomi che si avevano all'inizio si sono modificati ed alla visita medica Inps ti fottono. Ma del resto l'Inps mica è scema, durante la visita per la concessione dell'assegno ordinario di invalidità fa di tutto per innalzare la tua capacità lavorativa (a meno che tu non sia con un piede nella fossa ma a quel punto forse dell'assegno non t'importa più perchè stai organizzando il tuo funerale).
  10. Quando una partita iva si ammala gravemente, già c'ha i suoi pensieri, poi a questi deve aggiungere la difficoltà nell'accesso alle informazioni. Le poche tutele esistenti non sono conosciute ed i lavoratori autonomi manco provano a scoprirle convinti come sono che a loro tocca patire a testa china e basta.
  11. Il fermo lavorativo per un lavoratore autonomo è davvero un bel problema. Soprattutto per i professionisti ed i consulenti uscire dal giro e dal mercato per un pò non è davvero il massimo. Non solo saltano giornate di lavoro effettive magari già programmate ma risultano in pericolo anche quelle potenziali e future. Nel frattempo i tuoi clienti lavorano con altri e quando tu sei pronto a rientrare bisogna capire se loro sono pronti a riprenderti.
  12. Complicato davvero per un lavoratore autonomo gestire l'agenda e conciliare la malattia grave con le proprie attività lavorative.
  13. Ecco perchè molti lavoratori autonomi ammalati sentono la necessità di nascondersi. Se il cliente finale viene a sapere che hai un cancro fa poco self-marketing e rischi che non ti percepisca più affidabile e performante nel tempo. Con la concorrenza e la corsa al ribasso che c'è in giro, sei fritto.
  14. Il punto 13 rappresenta uno dei motivi per cui il tema dei lavoratori autonomi che si ammalano è rimasta così a lungo un'emergenza sociale sommersa prima che Afrodite K scoperchiasse il vaso di Pandora.
  15. Oltre tutto questo, gran parte delle partite iva devono sorbirsi pure una sequenza infinita di stereotipi sul rapporto tra malattia e lavoro autonomo.
  16. E se la partita iva ha avuto la fortuna di non ammalarsi? Beh, ci sono sempre i suoi cari e lo Stato può sempre massacrarla se diventa un caregiver. Il Bancomat è sempre aperto!
Esaustivo il bignami? Rende l'idea della merda in cui si ritrova un lavoratore autonomo se si ammala gravemente, il tutto alla faccia della Costituzione e del Parlamento Europeo? Chiaro il perchè la Petizione "Diritti ed assistenza ai lavoratori autonomi che si ammalano" è così dannatamente importante? Sarà l'ora di dare ascolto alle decine e decine di migliaia di firme che chiedono giustizia?
Evidentemente devono esserci ancora un sacco di punti oscuri visto che Governo e Parlamento continuano a far finta di nulla.

5 commenti:

  1. penso che sia incostituzionale anche se abbiamo degli esempi analoghi precedenti es:lo stato riconosceva a fini pensionistici 7 anni ai prigionieri di guerra mentre i privati no -vi pare giusto
    comunque e' una vergogna anche questa

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  2. io sono dentro a tutto questo da più di un anno, e nel frattempo sperando di rimettermi in salute, posso solo contare su qualche famigliare /parente/amici che mi permettono di cibarmi e pagano le poche bollette e ovviamente alcune visite impossibili con la mutua..il resto è diventato "superfluo"..

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  3. GENNAIO 2016
    Non solo manca l'indennità di malattia ma non vengono nemmeno pagati gli assegni familiari come gli altri lavoratori

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  4. sono nel girone infernale di una malattia..nn un cancro..ma qualcosa che nessuno riesce ad individuare..ormai nn cammino quasi più, mi trascino..e puntualmente sono a negozio...spesso mi assento per visite e varie...nn riesco a versare i contributi inps..è un deliriio, metti la crisi...e nn mi pare affatto giusto che nessno ci tutela con una indennità..noi siamo il popolo delle partite iva..versiamo..versiamo.....e..in cambio?
    scusate per lo sfogo....

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  5. Sono ferma da un mese (frattura VI metatarso) e ho perso circa 2,500 di lavoro (sono guida turistica, lavoro stagionale, ovvio). A fatica mi pago un'assicurazione infortuni, che mi indinnizzerà meno di un terzo del mancato guadagno. Il mese prossimo, dopo quattro anni, chiuderò la partita iva perchè non mi posso permettere di pagare tasse e contributi con il mio reddito. Amen.

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