domenica 15 febbraio 2015

Lavoratore autonomo con il cancro? Nessuna azione legale, no reintegro, zero santi in paradiso

Quando il cancro arriva e lavori, sono cazzi, per tutti e su questo non ci piove. Ecco l'ennesimo caso di licenziamento apparso su Repubblica. Simona, un'impiegata di 40anni presso uno dei negozi del centro commerciale Roma Est, ha perso il posto per "superamento del periodo di comporto" e per lei l'Unione Sindacale di Base impugnerà il licenziamento e chiederà l'immediato reintegro. Simona è una dipendente e forse potrà anche solo sperare in un pò di giustizia, ma se fosse stata una lavoratrice autonoma?

Afrodite K si è più volte occupata del tema "Cancro e Lavoro" tanto da organizzarci sopra pure un convegno
E' giusto però precisare che, se le difficoltà di conciliare un tumore con l'attività professionale sussistono per ogni ammalato, i lavoratori purtroppo non sono tutti uguali davanti alla malattia.
Ci sono lavoratori per i quali il "periodo di comporto" che la povera Simona ha superato, non esiste neppure, non ce l'hanno proprio, se lo sognano. 
Ci sono lavoratori che non possono fare causa a nessuno perchè un datore di lavoro non ce l'hanno e se un cliente non li vuole più chiamare, lo fa e basta.
Ci sono lavoratori che smettono di fatturare di botto (altro che periodo di comporto) ed a cui spariscono le entrate (o si riducono fortemente)  ma continuano ad essere tartassati dai costi fissi della professione e dalle spese extra che un tumore porta con sè.
Ci sono lavoratori per i quali, quelle che sono tutele insufficienti, inapplicate o mal gestite dei lavoratori dipendenti, equivalgono invece, per loro, a diritti inesistenti.
Ci sono lavoratori che ce la fanno a difendere i propri diritti, come Patrizia che racconta "11 feb 2015 — Lunedì torno al lavoro. Ho vinto un'altra battaglia, dopo quella contro il cancro. Con a fianco il mio avvocato, l'organizzazione sindacale e la solidarietà vostra, di migliaia di persone che, senza neanche conoscere il mio volto, mi hanno sostenuta. Grazie a voi ho avuto il coraggio di difendere la mia dignità di donna e di lavoratrice, rifiutando anche un rilevante indennizzo economico. Il procedimento di licenziamento è stato sospeso e, con un accordo firmato oggi presso l'associazione industriali, è stato revocato l'esonero dal lavoro e disposto il distacco ad una società del gruppo, sempre all'interno dello stabilimento petrolchimico di Brindisi. Dopo tre mesi di buio è arrivato finalmente il giorno del ritorno alla vita!"
E ci sono, invece, lavoratori che non hanno nessun Santo in Paradiso e sono figli di un Dio minore.
Chi sono? Beh, i lavoratori autonomi e le partite iva per le quali una malattia grave diventa un vero e proprio incubo
Ci sono decine di migliaia di lavoratori che stanno chiedendo risposte e proponendo soluzioni al Ministero del Lavoro ed al Governo. 
Di loro chi si occupa?
Almeno voi altri, lavoratori dipendenti, sosteneteci voi, visto che il Governo non ci sente proprio. Aiutateci voi almeno firmando la nostra Petizione "Diritti ed assistenza per i lavoratori autonomi che si ammalano" perchè lo Stato fa differenza tra lavoratori, il cancro no!

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